EBOLA IN SIERRA LEONE: UN GRIDO D’ALLARME DI “EMERGENCY di Ennio Porceddu

 

EBOLA IN SIERRA LEONE:

UN GRIDO D’ALLARME DI 1sierra“EMERGENCY

di Ennio Porceddu

In Sierra Leone l’epidemia di Ebola è ancora fuori controllo: ogni giorno si ammalano più di 100 persone.rimosse
Per far fronte a questa emergenza, Emergency nel mese di settembre 2014 è stato aperto un Centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale Freetown. «Abbiamo deciso di aprire questo Centro – spiega Luca Rolla, coordinatore di Emergency in Sierra Leone – perché l’epidemia non accenna a fermarsi: i casi positivi aumenteranno e c’è bisogno di altro personale sanitario, altri reparti d’isolamento e altri posti letto per la cura dei pazienti».2sierra
Abbiamo allestito una struttura messa a disposizione dal ministero della Sanità locale, suddivisa in un’area di attesa, un’area di triage, un’area per l’isolamento dei casi sospetti dotata di 10 posti letto, un’area dedicata alla cura dei malati da 12 posti letto, una zona di disinfezione e un obitorio.4sierra

A queste si annettono i servizi con spogliatoi, magazzini, lavanderia, cucine.
Presso il Centro di Lakka lavorano circa 110 persone tra medici, infermieri, logisti, ausiliari e personale delle pulizie. Gli operatori internazionali vengono da Italia, Serbia, Spagna e Uganda.
Per garantire un’adeguata tutela dei pazienti e dello staff, tutto il personale ha seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione, sull’utilizzo dei dispositivi di protezione personale e sul corretto movimento nei percorsi obbligati interni al Centro per evitare la diffusione del virus e la contaminazione.Sierra Leone ebola
Insieme alla DFID (agenzia di cooperazione del governo inglese), Emergency sta lavorando all’apertura di un nuovo ospedale da 100 posti letto. Con l’apertura del nuovo reparto da 100 posti letto a Goderich, il Centro di Lakka funzionerà per l’isolamento dei casi sospetti che, se positivi, saranno trasferiti al nuovo ospedale.

Intanto sono molti i medici e gli infermieri che con grande entusiasmo, ci si aspetterebbe paura, raggiungono Sierra Leone per assistere ai malati di ebola: è il caso dell’infermiere Miguel Lupiz, nato 47 anni fa , a Barcellona (di origine italo argentino) lucchese di adozione, alla sua quarta missione. “Quando si rientra dalle missioni – dice Miguel in un’intervista ad un quotidiano di Lucca – sei esausto, le lacrime agli occhi per quello che hai visto. Ma torni arricchito. Questa è una missione molto dura spiega l’infermiere.Talmente dura che la prima tappa non è stata in Sierra Leone, dove Miguel è arrivato il 10 novembre, dopo essere stato a Bruxelles, per un corso intensivo. A Bruxelles facciamo formazione specifica – racconta – abbiamo un ospedale da campo che simula la situazione che troveremo sul posto, sia per lavorare in assoluta sicurezza che per imparare i protocolli ed entrare in azione con la miglior preparazione possibile”.

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