CHIA La costa del sud una realtà turistica

CHIA La costa del sud

una realtà turistica

Di Ennio Porceddu

 

Oggi voglio parlare, per l’ennesima volta, in questo momento di particolare tranquillità sanitaria pandemica per la Sardegna con quasi casi zero, di Chia (a pochi Km da Domus De Maria), la costa del sud, uno degli angoli più belli e ancora incontaminata della Sardegna sud-occidentale, con calette allo stato selvaggio, spiagge meravigliose, dune di sabbia finissima e un mare azzurrissimo cristallino e invitante che si perde all’orizzonte.

Di là dalle dune, un piccolo villaggio a schiera abbarbicato sulle colline circostanti si affaccia prepotentemente al mare, a “sa bidda beccia” (la città vecchia) di Bithia, con ristoranti e zone per la sosta. L’antico villaggio di Chia, importante centro fenicio e poi romano col nome di Bithia, si trovava in una piccola insenatura dove oggi è presente una delle tante Torri costiere nel XVII secolo costruite dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari barbareschi. Tra le rovine portate alla luce in seguito ad una mareggiata, ci sono i resti di un tophet punico e l’antica strada che la collegava all’importante città di Nora.

I turisti arrivano il mattino per “prenotare” una fetta di spiaggia, dopo aver percorso la statale 195, che da Cagliari, lasciati i centri di Capoterra, Sarroch, Villa S. Pietro, Pula e Santa Margherita, si biforca sulla sinistra verso Chia, a circa 14 km. da Teulada.

Chia si può raggiungere anche dalla parte opposta: basta immettersi nella statale 195 Sulcitana e lasciarsi alle spalle S. Anna Arresi e Teulada.

Dopo una serie di curve, che sembrano fatte apposta per ammirare lo splendido paesaggio boschivo, si devia per la strada costiera che porta a Chia

La prima tappa, quasi obbligata, un piccolo ristoro all’ingresso, in località Chia, dove si può trovare di tutto: dalle sigarette, alle cartoline, dal gelato, al caffè. Una volta ristorati si può andare alla sede locale della Pro-Loco per avere informazioni su dove andare e anche per avere del materiale da consultare.

Poi, verso le spiagge e le numerose calette. Con gran facilità il turista, se costeggia il tratto di mare, troverà la strada che porta fino al porto di Teulada, agli stagni tra Chia e Capo Spartivento, Cala Cipolla, Bithia, la Torre di Chia e l’isolotto de su Cardolinu.

Un vecchio saggio afferma che ” il primo amore non si scorda mai”. Chi c’è stato una volta non può fare a meno di ritornarci in questo paradiso d’incanto.

Le insenature e le spiagge della “costa del sud” ammaliano il turista anche occasionale.

Per la costa del sud, il turista non arriva solo dalla terra ferma, ma anche dal mare con

grosse imbarcazioni con la convinzione di assaporare una vacanza che non ha confini. Sul posto, trova tutti i confort (alberghi, ristoranti, pizzerie), per vivere intensamente un’estate di sogno.

Da questo punto di vista, sono in ogni modo convinto che per il turismo balneare si può fare ancora molto.

Questo non è solo una mia convinzione, ma generalizzata: la zona di Chia può essere “rivalutata”, con la creazione di nuove infrastrutture atte a soddisfare le esigenze del turista. In questo modo ne beneficerebbero tutti: operatori turistici, commercianti, artigiani. Basta buona volontà da parte organi preposti alla valorizzazione del territorio.

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