LA STORIA SI RIPETE: Honoré de Balzac

LA STORIA SI RIPETE:Honoré de Balzac

DI ENNIO PORCEDDU

E qui, la storia si ripete. com’è successo ai cagliaritani che, dopo l’insediamento degli aragonesi in Castello di Cagliari (1326), furono scacciati dalle abitazioni per offrirono loro soltanto dei miseri e umilianti lavori, costringendoli a vivere nei borghi o Appendici. In che condizioni poi?

La Sardegna non si pregia solo delle maledizioni legate alle malattie importate dagli invasori nei millenni, sin da quando il popolo nuragico abitava in questa terra, ma anche dai danni causati dagli italiani che hanno sempre considerato l’isola, una terra di confine da conquistare per arricchimenti personali. Questo mi fa pensare al francese Honoré de Balzac, che nella primavera del 1838 fece tappa in Sardegna per tentare di recuperare i denari investiti in alcuni giacimenti minerari dell’isola, investimento rivelatosi poi fallimentare e quanto mai incauto.

“Cagliari 17 aprile 1838. Ho girato tutta la Sardegna e ho visto cose come se ne raccontano degli Huroni e della Polinesia. Un regno interamente deserto, veri selvaggi, nessuna coltivazione, savane di palme selvatiche; dappertutto capre che brucano tutte le gene ed hanno gli altri vegetali a portata di mano. Ecco il mio ragionamento. I romani e i metallurgisti del medio evo erano così ignoranti in docimasia che necessariamente tali scorie devono contenere ancora una grande quantità d’argento. Ora, un amico di Borget, grande chimico, possiede un segreto per estrarre oro e argento qualunque sia il modo e la proporzione in cui è mescolato ad altri materiali. E a poco prezzo… “.Un’altro straniero che voleva far soldi alle spalle dei sardi, come se l’Isola fosse una specie di Eldorado da depredare.