DECRETO, IL GIORNO DOPO LA FIRMA DI CONTE DIVAMPANO LE PROTESTE ” IL GOVERNO RIVEDA LE NORME SUI MOVIMENTI TRA COMUNI” FONTANA:”SARA’ FUGA DAL NORD”, TRUZZU:” CONTE NON HA CONSIDERATO LA CITTA’ METROPOLITANA DI CAGLIARI”

di Augusto Maccioni
(4-12-2020) Non è un lockdown, come è stato a marzo, ma poco ci manca. Molti ritengono che l’ultimo dpcm, quello natalizio, ha colpito molto il movimento della gente in un periodo nel quale c’è la necessità di spostarsi per i regali e per visitare parenti, amici ma soprattutto genitori e nonni che si trovano in altre città o in altre regioni. Si è badato, almeno è quello che sembra a prima vista l’ultimo decreto del premier Conte, sul mitigare l’azione letale all’economia per chiudere ogni porta ai cittadini con l’obiettivo di ridurre i contagi e i decessi molto alti in questa settimana. Si è usato, insomma, il pugno duro per non ripetere, è stato detto, i fatti che si sono verificati nel periodo estivo. Secondo un sondaggio Conte ha fatto bene a mettere in campo questi divieti per tutelare la salute dei cittadini. Il premier ha parlato, durante la conferenza stampa a ridosso del dpcm, di altri sacrifici da parte di tutti “per voltare pagina”. Il giorno dopo la firma sul nuovo decreto,però, arrivano le proteste e le polemiche. Su tutti i presidenti del Veneto e della Lombardia che puntano il dito sul provvedimento sullo stop di movimento tra i Comuni nelle date del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. Chiedono che ci sia un “ravvedimento” per “trovare una soluzione” perchè il dpcm così come è stato confezionato non va. Non va bene per le attività produttive in un periodo dell’anno dove è possibile fare un pò di cassa, dopo le magre di ben 10 mesi, rispettando norme e regolamenti anti-covid, e non va bene per i cittadini che dovranno rinunciare al Natale inteso come massima solidarietà e affratellamento. Chiudere i territori e il comparto della ristorazione nelle tre giornate clou è in qualche modo far tacere entusiasmi di ogni genere e far piangere genitori e nonni che non potranno vedere e abbracciare, si fa per dire, figli e nipoti perchè il provvedimento governativo ha chiuso ogni territorio. C’è un aspetto in particolare, dice il governatore della Lombardia Fontana, che fa sorgere dubbi ma anche paure: è una nuova grande “fuga dal nord”. L’ultimo weekend, il 19 e il 20 dicembre, dice Fontana a Mattino5, quando si può partire prima delle festività natalizie si rischia di “rivivere quello che successe nella notte fra il 7 e l’8 marzo”. Staremo a vedere. In campo anche il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ( 
foto Una veduta di Cagliari dal suo profilo FB) sulla chiusura dei Comuni: ” Una regola assurda, scrive su facebook, che non condivido e che mette in difficoltà anche noi sindaci, chiamati a far rispettare le regole”. Il nocciolo della questione è tra Comune, come Cagliari, e la Città Metropolitana cagliaritana. In pratica una persona di Su Planu, territorio di Selargius, non può raggiungere i genitori o nonni di Mulinu Becciu, Cagliari, perchè divisi da una strada, il 25 dicembre. Però entrambi i territori insistono sulla Città Metropolitana di Cagliari. E’ un’assurdità. Ci sarà una soluzione? Non credo.

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