STRANA CAGLIARI DI PIETRA di Ennio Porceddu

Pisa fondò questo quartiere nel 1200 e lo fortificò, dotandolo di poderose mura che ancora nel nostro tempo serrano gran parte del perimetro di Castello. Mentre nel 1326 la conduzione dei lavori di fortificazione fu assunta dai Catalani.

STRANA CAGLIARI DI PIETRA

(12 05 2020)”Cagliari è una Città che ha affascinato tanti scrittori italiani e stranieri: D. H. Lawrence, Gaston Vuillier, Carlo Levi e Francesco Alziator che la definita “Città del sole”

di Ennio Porceddu

A vederlo al tramonto, il Castello di Cagliari, la rocca che ha dato il nome al suo quartiere più importante, commuove. Qualcuno ha scritto che quel tramonto fa venire il groppo di commozione in gola. Francesco Alziator la definita “Città del sole” perché, anche se non sembra Cagliari è straordinariamente affascinante e ammaliante nella sua complessità e naturalezza. Le luci straordinarie riflesse nel cielo limpido si rifrangono sulle rocce calcaree creando uno straordinario effetto di colori che ha ben pochi ugual con le altre città che si affacciano al Mediterraneo. Con un reticolo di strade che ha un gioco di riflessi unici che ha portato ai posteri l’incanto di un tempo lontano. Carlo Levi ha definito Cagliari: “Una città bellissima, aspra, pietrosa, con mutevoli colori tra le rocce, la pianura africana, le lagune, con una storia tutta scritta e apparente nelle pietre, come i segni di un tempo sul viso”.
“Strana Cagliari di Pietra. Ci inerpicammo – lo scrittore inglese David Herbert Lawrence – su per una strada fatta come una scala a chiocciola. E vedemmo i manifesti per un ballo in maschera per bambini. Cagliari è molto ripida. A metà c’è uno strano posto chiamato, i bastioni, un ampio spazio pianeggiante simile a una piazza d’armi con alberi, curiosamente sospeso sopra la città, e dal quale parte un piano inclinato, simile a un ampio viadotto di traverso sopra la strada a chiocciola che s’inerpica verso l’alto. Sopra ai bastioni la città continua a salire ripida verso la Cattedrale e la fortezza. La sommità di Cagliari è la fortezza: la vecchia porta, i vecchi bastioni di bella arenaria giallastra a nido d’ape. Il muro di cinta sale su con un’ampia curvatura, spagnolo, splendido e vertiginoso”. “Cagliari è una Città che ha affascinato D. H. Lawrence, e che descrive nel suo libro “Mare e Sardegna”, su un viaggio che ha effettuato nel gennaio del 1921. Lo scrittore narra della traversata intrapresa con la moglie Frieda, da Taormina in Sicilia verso Cagliari e poi nell’interno della Sardegna visitando Cagliari, Mandas, Sorgono e Nuoro. Sebbene la sua visita sia stata breve, Lawrence decanta un particolare sunto dell’isola e del popolo sardo, ora ancora distinguibile. “Curiosi – scrive – i bambini di Cagliari. I poveri sembrano veramente poveri monelli scalzi. Invece, i bambini più benestanti sono così raffinati: vestiti in modo così straordinariamente elegante. Ti lascia sbigottito. Non tanto per gli adulti. I bambini. Tutto lo “chic”, la moda, tutta l’originalità è profusa sui bambini. E con parecchio successo. Molto spesso è meglio che ai Giardini di Kensington. E passeggiano con papà e mamma con tale baldanza, avendo portato in salvo la loro tenuta alla moda. Chi se lo sarebbe aspettato?”Perfino Gaston Vuillier (1846 – 1915), scrittore e disegnatore francese. Nella sua permanenza a Cagliari, si era dimostrato estasiato di quanto aveva visto, in un innegabile ambiente aristocratico. Passeggiando nelle strette stradine, si era imbattuto nel bastione di Santa Croce, nello stupendo balcone aereo sul lato occidentale di Castello, inondato di luce, che domina i tetti di Stampace su cui magicamente s’intravedono la cupola e i due campanili della Chiesa di S. Anna, il Largo Carlo Felice, il porto e lo stagno di S. Gilla.Davanti al bastione di S. Croce, lo scrittore francese, aveva potuto ammirare un vasto panorama, l’immenso luccichio del mare, e il cielo azzurro che sovrasta le anguste strade del quartiere, probabilmente prigioniere di un’assurda fatalità. L’arciduca Francesco d’Austria Este, nel 1812, si cimentò a scrivere una nota sulle strade di Castello: ” Nel Castello le strade sono strette appena vi passa una carrozza, sono quasi tutte in salita, e discesa, mal selciate con pietre rotonde, senza trottoires (marciapiedi) per li pedoni… non vi sono canali sotterranei per dare scolo alle immondizie. Si pretende che ve ne sono degli antichi ma rovinati, ora inservibili: essendo un pendio l’acqua scola dalle contrade, e i condannati delle galere alle volte puliscono un poco. Pozzi non vi sono, ma vi sono le cisterne delle case, e una o due fontane in Castello, da dove i carri portano l’acqua nelle case, che si compra. La notte la città, ed il Castello di Cagliari è male illuminato, vi sono pochissime lanterne nelle contrade innanzi al Palazzo della Corte, e poco più…”.Il quartiere medievale di Castello è il più antico dei quattro quartieri storici, è l’emblema e il nucleo della città di Cagliari, sorge in un sito preminente, su un colle, a circa cento metri sul livello del mare. Pisa fondò questo quartiere nel 1200 e lo fortificò, dotandolo di poderose mura che ancora nel nostro tempo serrano gran parte del perimetro di Castello, le monumentali torri pisane di San Pancrazio e dell’Elefante, il Bastione di Saint Remy che si affaccia a Piazza Martiri, la Porta dei Leoni, la Cattedrale di Santa Maria, le strette viuzze e gli antichi palazzi signorili, il Palazzo Viceregio, la Cittadella dei Musei e i laboratori degli antiquari e artigiani, l’ex Palazzo di città, antica sede municipale di Cagliari sino alla fine del XIX secolo, il Palazzo Arcivescovile, il Palazzo delle Seziate, adiacente alla torre di San Pancrazio, nel quale si tenevano le sedute durante le quali il viceré ascoltava le richieste dei prigionieri della vicina torre; il Palazzo dell’Università e il Palazzo Boyl, in stile neoclassico.
Breve storia della fortificazione
La realizzazione della cittadella fortificata di Cagliari è datata all’inizio del XIII secolo, quando la Giudicessa Benedetta di Massa concesse il colle, dove aveva origine l’attuale quartiere di Castello, al Comune di Pisa. Si giunse così all’attuazione di una cinta difensiva, provvista di torri circolari o quadrate poste nei punti delicati del percorso e in particolare delle tre torri poste a difesa dei principali accessi: la torre di San pancrazio a Nord, quella dell’Elefante a Ovest e quella del Leone a Sud.
Dal 1326 la conduzione dei lavori di fortificazione fu assunta dai Catalani, ma le mura conservarono immutata l’ossatura originale sino alla fine del XV secolo quando, si mostrò l’esigenza di rafforzare le fortificazioni e della città fu interessata da una serie di provvedimenti che definirono il nuovo volto della cittadella fortificata, da questo momento mantenuto in pratica integro fino alle demolizioni avvenute nel XIX secolo. I primi bastioni furono concretati dal viceré Dusay (1491 – 1508): quello di San Pancrazio a Nord, quello di Santa Croce a Ovest, quello del Belice a Sud-Ovest, mentre a Sud – Est quello della fontana Bona e del Leone, non fu concretato. Nel 1500 il percorso posto a sud di Castello fu protetto dal Bastione del Belice, dalla cortina di Porta Castello e dal Bastione dello Sperone. Il lato Est fu invece difeso dal lato orientale del Bastione dello Sperone, dal Baluarte della Fontana Bona e dal Baluarte de Villanueva.Fin dalla periodo pisano, le fortificazioni del lato est, si mostravano meno spesse grazie alla configurazione del colle su cui si innalzavano e che dal suddetto versante era particolarmente inaccessibile. Oltrepassate due torri, la Manayra e quella della Fontana Bona, lo sbarramento si sviluppava fino alla torre di San Pancrazio. Il Bastione di Saint Remy, fu innalzato alla fine del XIX secolo sugli antichi bastioni spagnoli della Zecca e dello Sperone, con esterno in granito e calcare giallo e bianco, mentre la Terrazza Umberto, la Passeggiata Coperta e il belvedere di Cagliari sono dei primi del Novecento. Castello ha sette chiese: in stile gotico la Chiesa della Purissima, Santa Lucia, Madonna della Speranza, S. Maria del Monte. Mentre in stile barocco: Basilica di Santa Croce, dell’Ordine dai Santi Maurizio e Lazzaro, e la Chiesa di San Giuseppe Calasanzio, anticamente meglio conosciuta Chiesa degli Scolopi. La più importante è la Chiesa di Santa Maria, meglio conosciuta come la Cattedrale, edificata dai Pisani nel XIII secolo.

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