AMEDEO NAZZARI UN DIVO DEL CINEMA ITALIANO di Ennio Porceddu

 Il primo autentico divo del cinema italiano dall’avvento del sonoro. Era un cagliaritano che dava lustro alla città in cui era nato nel 1907.

 AMEDEO NAZZARI

 

Il volto più popolare è il più autentico del cinema italiano. Un divo, capace di assumere qualsiasi ruolo con grande nobiltà e responsabilità del cinema  italiano con l’avvento del sonoro.

 amedeo

di Ennio Porceddu

 Con il suo fisico prestante che lo fa assomigliare a Erron Flynn, Salvatore Amedeo Carlo Leone Buffa, in arte Amedeo Nazzari, nasce a Cagliari (Pirri) il 10 dicembre 1907 da Salvatore e Argenide Nazzari. Amedeo Nazzari a preso il nome di suo nonno per sfondare nel mondo dello spettacolo. Suo padre proprietario di un pastificio, sua madre figlia del presidente della corte d’appello di Cagliari. Il piccolo Amedeo ha solo sei anni quando suo padre muore e la madre si trasferisce con lui e le sorelle a Roma.2nazzari - Copia

Dopo il collegio dai salesiani e gli studi di ingegneria, abbandonati prima della laurea, passa al teatro, sua grande passione fin dalle prime recite scolastiche. La sua carriera inizia calcando i palcoscenici teatrali lavorando con Marta Abba e Annibale Ninchi per passare poi sul set cinematografico con ruoli per eccellenza romantici, temerari e avventurosi, guadagnandosi una popolarità di gran prestigio che gli permetterà nel dopoguerra una seconda giovinezza artistica.

L’esordio da professionista avviene nel 1927. Nel 1935 è notato da Elsa Merlini, che gli offre una parte nel film” Ginevra degli Almieri“. La pellicola non avrà successo e Nazzari tornerà al teatro.

Amedeo Nazzari sarà un giovane ufficiale in “Cavalleria” (1936), di Goffredo Alessandrini e, “Luciani Serra pilota” (1938). In seguito lavorerà accanto a quasi tutte le migliori attrici del firmamento cinematografico italiano (Alida Valli, Assia Noris, Clara Calamai, Elsa Merlini, Luisa Ferida, Doris Durante).

3nazzari - CopiaNel 1939, Mussolini gli chiede di aderire al partito fascista, ma l’attore cagliaritano declina gentilmente l’invito. Nel 1941 impersona Neri Chiaramantesi “La cena delle beffe” di Alessandro Blasetti, un famoso adattamento del dramma di Sem Benelli. “Chi non beve con me peste lo colga”, era una battuta recitata da Nazzari nel film Un anno dopo, interpreta un ingegnere patriottico nel film “Bendasi”. Di soliti ruoli dove, per esigenze cinematografiche, usa gli stivali.

E’ del 1946 il film neorealistico “Il bandito” al quale ne seguirà poi, “Il brigante Musolino” (1950) “ Il brigante di Tacca del lupo” (1952). Dargli la grande notorietà sono i ruoli romantici del melodramma 1950) che lo vedono accanto a Yvonne Sanson (Catene, Tormento, Figli di nessuno, Torna, Angelo Bianco, Noi peccatori, Malinconico autunno):, quasi tutti diretti da Raffaele Matarazzo. Nazzari, nei suoi svariati ruoli: ora padrone, ora operaio, ora ingegnere, si rivela sempre sincero, severo, onesto e innamorato, e capace di sopravvivere a ogni inganno con testa alta e dignità fotogenica.

E’ del 1952 “Il processo alla città” di Luigi Zampa, che lo vede giudice istruttore che cerca di lottare contro la corruzione e di sconfiggere la mafia. Quattro anni dopo, Salvatore Amedeo Buffa, convoglia a nozze con Irene Genna, un’attrice italo-greca che due anni dopo gli regala una figlia, Maria Evelina. Amedeo Nazzari è stato per tutti un’icona, in un paese ingenuo, provinciale e autarchico, ma si è sempre saputo difendere interpretando ruoli professionalmente impeccabili.Nel film “Le notti di Cabiria” (1957) di Federico Fellini, Nazzari interpreta se stesso con eccezionale senso dell’ironia. Poi piccoli ruoli in importanti cast internazionali e una salute che inizia a vacillare, lo conducono verso il ritiro.

A partire dagli anni settanta, diraderà sempre più gli impegni televisivi e cinematografici per una insufficienza renale che lo costringe a ripetuti ricoveri in clinica. Partecipa anche nel 1975 ad un episodio della serie televisiva L’ispettore Derrick, intitolato L’uomo di Portofino e trasmesso da Rai 2 nel 1979; la scena principale in soggettiva fu girata, in lingua italiana, a Portofino. Negli ultimi due film, Nina di Vincente Minnelli e Melodrammore di Maurizio Costanzo, lo si vede apparire in piccole partecipazioni.

Nel 1979 Amedeo Nazzari, riceve un “premio speciale” del Consiglio Direttivo del David di Donatello con la menzione: ” Per una vita dedicata al cinema con appassionata professionalità e straordinario successo”. A ritirare il premio, Nazzari si trova ricoverato in clinica, la figlia Maria Evelina. Il 5 novembre dello stesso anno l’attore cagliaritano che tanto ha dato al cinema italiano, si spegne per un arresto cardiaco. Senza avere la possibilità di conoscere il nipotino Leonardo figlio di Maria Evelina. Amedeo Nazzari Buffa, si trova ora sepolto al cimitero monumentale del Verano a Roma.

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