1° MAGGIO 2015 – 359^ SAGRA SANT’EFISIO A CAGLIARI di Ennio Porceddu

Il primo maggio una moltitudine di fedeli s’incontra a Cagliari per festeggiare e onorare il simulacro  del  santo protettore  della città e di tutti i sardi. Per l’occasione i pellegrini,  in massa, arrivano da tutte le parti del mondo. Mentre i giovani laureati e disoccupati sardi al santo chiedono il quarto miracolo: il lavoro.

1^ MAGGIO

SAGRA SANT’EFISIO 2015

 4

di Ennio Porceddu

Mentre per gli italiani il primo maggio è la festa del lavoro (ormai raro per oltre il 40% dei giovani laureati e diplomati) e a Milano il governo Renziano inaugura l’EXPO 2015, a Cagliari, questo giorno, da ormai 359 anni, una moltitudine di credenti (e di giovani laureati non occupati  nella speranza che Sant’Efisio faccia il  quarto miracolo per loro), accompagna in preghiera il cocchio dorato del santo muovendosi dal centro di Cagliari verso la località di Nora, dove fu decapitato, per rientrare, come sempre, in città il 4 maggio a tarda sera. Anche con il tempo incerto, i fedeli e i turisti arrivano da tutte le parti del mondo per assistere alla più importante festa religiosa e di popolo della Sardegna e del Mediterraneo.

5Il corteo parte dalla chiesa di stampace alle 12,00 e si snoda nelle vie principali del centro di Cagliari scortando il simulacro del santo.

Le traccas, migliaia di costumi sardi, i cavalieri e i miliziani, la Guardiania e l’Alternos fanno da cornice alla grande sagra del santo protettore della città di Cagliari.
La sagra di Sant’Efisio, sant’Efis per i sardi, è la più amata, la più festeggiata, la più ricordata.

E’ da oltre tre secoli e mezzo che si continua a parlare di questo Santo che è rimasto nei cuori e nelle menti dei sardi e dei cagliaritani in modo particolare e per così tempo si continua, ogni primo maggio, a ricordare le sue prodigiose imprese e ad amarlo e venerarlo per le cose che ha fatto per la sua città. Cagliari, in ginocchio per confermare il grazie tangibile.

45654E’ dal 1656 che si festeggia senza interruzione S. Efisio e grande folla lo aspetta per le vie della città fino alla chiesetta di Nora. L’evento è sempre eccezionale perché è alta la devozione e la preghiera si fa viva partecipazione: momenti scanditi dalle note delle launeddas e dal canto del rosario in sardo. E quando il cocchio del Santo spunta dal largo Carlo Felice per la via Roma, è già un tripudio di colori e l’aria è colorata d’intenso profumo mentre il “vascello” galleggia tra la folla.

La commozione è palpabile e le lacrime scendono naturali. La folla è lì ancora una volta per incontrarsi col suo Santo guerriero, a pregarlo e ad affidargli una persona e a raccomandargli un segreto: chiedono ancora miracoli. E lui, S. Efisio, continua a essere prodigo e a non dimenticarsi di nessuno, perché la sua vocazione è sempre stata per Cagliari e per i suoi cagliaritani fin da quando graziò la città dalla terribile peste del seicento, che decimò i suoi abitanti, e quando, nel 1793, fece naufragare, come un autentico tsunami, le navi francesi, squassandole e disperdendole, arrivate nel golfo degli angeli alla conquista di Cagliari.

Il terzo miracolo è più recente ed è datato 1943 quando Cagliari era sotto i bombardamenti. C’era molto dolore, rassegnazione in una città desolata dove c’erano pochi abitanti mentre gli altri erano tutti sfollati nei paesi vicini. E anche in quell’occasione la mano prodigiosa del Santo è stata salutare e benefica e in quel 1° maggio del 1943 mentre passava nelle poche vie della città ridotte a polvere e macerie, su un camioncino del latte, Efisio faceva germogliare il seme della speranza nella via della rinascita e della ricostruzione della città. Tre momenti storici che Cagliari non può dimenticare e che oggi, vuole ricordare con gioia, con canti e con doverosa partecipazione religiosa.

©copyright 2015 ennio porceddu

http://sardegnamia.altervista.org/1-maggio-2015-…ennio-porceddu/